Dal 13 al 15 di maggio si è svolto a Bologna Cosmofarma 2011, nel quale l’UCFI è stata presente con un suo stand.
Sono stati giorni intensi e costruttivi: molti colleghi si sono fermati a chiedere informazioni e scambiare impressioni su vari argomenti. E’ stato un momento utile per incontrare nuovi e vecchi amici, un’occasione per fare il punto sul futuro della nostra associazione, discutere sui programmi e provare a fare delle previsioni.
Il sabato sera, al termine di una giornata ricca di impegni ed incontri, si è svolta la consueta celebrazione della S. Messa, officiata da Don Marco Belladelli, Assistente Ecclesiastico nazionale dell’UCFI.
La celebrazione della S. Messa si è svolta in un clima di grande devozione e raccoglimento, anche se non ha visto la partecipazione di molti colleghi. Rappresenta sicuramente un appuntamento da valorizzare e riproporre nei prossimi anni, con la speranza che diventi una costante di quella fiera della farmacia, che non può e non deve essere solo un’occasione mondana e commerciale.
In questo periodo la Farmacia sta vivendo un momento di profondi cambiamenti: la “farmacia dei servizi”, la nuova remunerazione, sono solo alcune novità che ci coinvolgono. Credo che anche i farmacisti cattolici siano chiamati ad interventi propositivi per dare più valore alla nostra professione.
Nel confronto con i colleghi, sono emerse alcune problematiche che possono interessare anche la nostra associazione. Si è cercato di formulare delle ipotesi e dare delle risposte.
Nell’ambito della “farmacia dei servizi”, la trasformazione che coinvolge il mondo della farmacia può essere di stimolo per rivalutare il ruolo sociale del farmacista, unico sanitario costantemente a contatto con le persone, ammalati e loro famigliari, troppo spesso considerato ultimo anello della sanità pubblica, sul quale poter scaricare oneri e obblighi legislativi, non sempre utili per i pazienti. Alcuni servizi, come la consegna dei farmaci a domicilio, possono essere attivati coinvolgendo associazioni di volontariato che già prestano assistenza domiciliare ai malati: la farmacia potrebbe diventare un centro di informazione per i servizi che maggiormente i malati necessitano, facendo conoscere realtà già presenti nel territorio e svolgendo azione di coordinamento per gli stessi servizi.
Si è parlato della consapevolezza del nostro ruolo professionale tra i giovani farmacisti, ma anche tra i vecchi colleghi. Credo sia importante l’ipotesi di corsi di etica professionale che vedano il coinvolgimento degli Ordini Provinciali, occasioni per approfondire il senso vero dell’essere farmacista.
La nostra associazione ha uno statuto che prevede delle opere caritative da proporre a livello nazionale e locale: sarà in grado di diventare punto di riferimento per le opere caritative in ambito farmaceutico? Sarà in grado di coordinare l’azione dei farmacisti nell’aiuto e nell’assistenza farmaceutica alle popolazioni indigenti?
Quale futuro avrà l’UCFI come unica associazione cattolica di farmacisti?
Potrà trasformarsi in una onlus come altre associazioni hanno fatto?
L’impegno e la dedizione dei singoli, potranno far fronte alle sfide dei prossimi anni?
Lascio a voi la risposta a queste domande.