Quest’anno il pellegrinaggio a Lourdes dell’UNITALSI Triveneta Aziendali si è svolto dal 25 Aprile al 1 Maggio, alla presenza come guida spirituale del Vescovo Ausiliare di Venezia Sua Ecc. Mons. Beniamino Pizziol. E’ sempre un’esperienza unica e irrinunciabile, anche per chi vi ritorna ogni anno. In questo breve diario di quei giorni ho soltanto riportato i momenti più vivi, i ricordi più veri che rimangono fonte di emozione. Avrei potuto raccontare molti aneddoti, ma credo che il modo migliore per comprendere il significato profondo del pellegrinaggio sia viverlo di persona. Come farmacista cattolico dell’UCFI ho dato il mio semplice contributo, piccolo ingranaggio nella complessa organizzazione, dove nessuno si può considerare insostituibile, ma soltanto utile, importante per gli altri, per i malati, per i pellegrini, per gli amici che hanno condiviso l’impegno e le gioie di un viaggio nella fede. Al Santuario crocevia di popoli, razze e lingue, la preghiera a Maria diventa elemento di legame e comunione, simbolo di appartenenza ad un’unica fede che supera ogni tipo di barriera.
Già un’ora prima della partenza del “treno bianco” per Lourdes siamo quasi tutti presenti al primo binario della stazione di Mestre aspettando con impazienza il momento di salire sulle carrozze. Ognuno di noi con i suoi pensieri, le speranze, i problemi che si accavallano nella mente, ma con il desiderio sempre più pressante di arrivare nel più breve tempo possibile alla meta del viaggio. Per alcuni è la prima partecipazione, per altri è soltanto una delle tante, ma per tutti c’è lo stesso entusiasmo e la stessa emozione. Nella confusione generale si salutano i parenti, un bacio alla moglie e ai figli, e poi con un po’ di rammarico per non poter portare tutti i propri cari con sé, si sale finalmente sul treno. Al finestrino si lanciano gli ultimi saluti alle persone che restano: il distacco non è mai un momento facile, ma nel cuore cresce più forte la voglia di essere lì, più vicini a Dio, a fianco di Bernadette di fronte a Maria. Non è la prima volta che compio questo pellegrinaggio, ma è il primo nel quale partecipo come farmacista insieme ai medici dell’UNITALSI, per controllare e gestire l’armadio farmaceutico e dando disponibilità per il servizio di assistenza ai pellegrini. L’assistenza sanitaria e in particolare quella farmaceutica, hanno un ruolo importante nella struttura organizzativa: numerosi sono i malati presenti, sia infermi, sia autosufficienti, tutti però bisognosi di un aiuto, anche semplicemente di una stretta di mano, di un sorriso o di una parola. Molti che partecipano come pellegrini e che vengono ospitati negli alberghi, hanno problemi di salute o possono averne e necessitano quindi di una particolare attenzione, poiché non possono essere monitorati e accuditi come coloro che alloggiano negli ospedali.
Durante il tragitto in treno i vari operatori sanitari si accordano sulle loro mansioni e decidono i turni di servizio. Quest’anno è stato richiesto di garantire una postazione di pronto intervento durante le celebrazioni, fornita di barella, attrezzature mediche e farmaci. Anch’io come farmacista, seppure in modo limitato, sono coinvolto in questo progetto e devo assicurare la mia presenza in alcuni appuntamenti liturgici. Nessuno di noi, sanitario, semplice barelliere o sorella, è indispensabile o importante, ma tutti siamo utili per donare qualcosa agli altri e per far funzionare al meglio la macchina organizzativa che è sempre più complessa. Ciascuno ha pagato una quota per il viaggio, anche chi deve prestare un servizio: può sembrare un controsenso, ma nessuno si lamenta per questo, perché lavorare per gli altri, uniti nella fede, ci permette di compiere un cammino personale, un’esperienza unica che non può essere vissuta in un contesto diverso. E’ questa la ricchezza che ricaviamo in questi giorni e che poi porteremo a casa. Quello che molti chiamano il “ricaricare le batterie a Lourdes”, altro non è che offrirsi gratuitamente agli altri e a Dio per rafforzare la propria fede, in comunione con i malati, con tutto il personale, in sincera ricerca di sé stessi. Nel viaggio di avvicinamento momenti di preghiera si alternano ad attività organizzative, di socializzazione e conviviali: ogni momento è vissuto intensamente, in un percorso di preparazione all’incontro con Maria. E’ nel segno della croce con Bernadette alla Grotta di Lourdes che si scopre il senso vero del nostro pellegrinaggio, com’è ben espresso dal tema di quest’anno. Questo segno semplice racchiude la nostra fede, è già una preghiera, è il nostro Credo. Ci fa riconoscere fratelli in Cristo, vicini gli uni agli altri senza distinzioni, semplici figli di un unico Padre. Noi così diversi per cultura e origini, siamo accomunati da un sentimento sincero per la Madre Celeste: ci si ritrova a compiere gli stessi gesti, a tenere lo stesso comportamento, manifestando ciò che è presente nei cuori, cosa che molto di rado facciamo nella vita quotidiana. Nei giorni successivi celebrazioni liturgiche segneranno il cammino di avvicinamento alla Grotta, una chiara allegoria del percorso che ci conduce a Maria e a Dio, non solo a Lourdes, ma durante l’intera nostra vita.
Giunti a destinazione ognuno si immerge nel proprio ruolo ed inizia a svolgere il compito affidatogli. Il treno si svuota rapidamente , i malati vengono accompagnati all’ospedale Salus Infirmorum e i pellegrini ai loro alberghi. Il desiderio più grande è ora recarsi alla Grotta di Massabielle, meta e luogo di partenza per un viaggio nel segreto dell’anima, dove finalmente portare i propri dolori, le incertezze, gli affanni, le speranze e liberarsi nella preghiera. In questo angolo di cielo la fede è palpabile ed ogni cosa sembra inserirsi nel canto di lode al Signore: il cinguettio degli uccelli, il rumore dell’acqua del fiume Gave, il vento che passa tra gli alberi, si accordano in un’unica melodia che accompagna la recita del Rosario. “Il silenzio che parla”, com’è stato definito alcuni anni fa, avvolge tutti i pellegrini presenti e ne rafforza le suppliche che salgono verso l’alto seguendo l’ondeggiare delle fiammelle delle candele, fino alle nuvole che rapide si spostano lasciando a tratti passare raggi di sole, che simili a carezze materne giungono in risposta.
La prima giornata inizia con la Liturgia Penitenziale nella quale viene ripetuto il gesto di purificazione con l’acqua. Questo segno assume qui un significato molto particolare: alla nona apparizione della “Signora vestita di bianco”, Bernadette in fondo alla grotta si china, scava con le mani e beve la poca acqua che riesce a trovare, poi si lava il viso. Da quella buca nel terreno sgorga da allora una piccola sorgente che ancora oggi si può vedere e che alimenta le fontane del Santuario e le piscine. Bagnarsi il viso con quell’acqua e ripetere il gesto della piccola veggente ci coinvolge profondamente: riconoscendo la nostra debolezza e i nostri limiti, pentiti degli errori commessi, facciamo proposito di camminare con Maria per cercare di migliorare la nostra esistenza, sforzandoci di seguire le parole del Padre. L’acqua lava, l’acqua purifica, ma soprattutto questo semplice elemento ci fa comprendere quanto siamo piccoli nelle mani di Dio.
Di seguito si svolge la Via Crucis dei pellegrini: su una collina a fianco della Basilica sono state collocate le stazioni del Calvario create utilizzando statue a grandezza naturale. Per una piccola mulattiera ci si inerpica verso la dodicesima stazione, nella quale si contempla la morte di Gesù sulla croce, per poi ridiscendere verso la quindicesima, la stazione della Resurrezione. Nel cammino e nella preghiera siamo guidati da Sua Ecc. Mons. Beniamino Pizziol che con molto entusiasmo ha voluto accompagnarci per questo faticoso sentiero, sempre disponibile ed attento a ciascuno di noi. In questo appuntamento ho il compito di fornire assistenza sanitaria ed anch’io sotto il sole ho una “piccola croce” da portare, costituita da uno zainetto pieno di farmaci e materiale vario. A Lourdes chi presta servizio ha comunque la possibilità di seguire le celebrazioni e le attività che gli stanno più a cuore, perché il pellegrinaggio deve essere vissuto in modo personale ed intimo, una tappa importante nella ricerca interiore.
Nel pomeriggio si svolge un incontro importante per gli operatori sanitari: come ogni martedì e sabato presso la Cappella Santi Cosma e Damiano dell’Accueil Giovanni Paolo II, viene proposto un momento di preghiera seguito da un breve coffe-break nel quale scambiarsi i saluti e le impressioni sul periodo di permanenza a Lourdes. E’ sempre presente il Direttore del Bureau des Constatations Médicales Dr. Alessandro de Franciscis, che anima questo appuntamento e cerca di sviluppare un dialogo costruttivo con tutti i presenti. E’ un ottimo padrone di casa, affabile e disponibile, seriamente impegnato nel suo compito professionale per un progetto di rinnovamento e di sviluppo del Bureau Médical. Ho avuto modo di parlargli a lungo e instaurare un buon rapporto di amicizia: gli sono grato per avermi dato la possibilità di spiegare le idee e le attività dell’UCFI, unica associazione italiana di farmacisti cattolici. Mi ha espresso la sua precisa convinzione che il ruolo del farmacista nella preparazione dei pellegrinaggi sia di grande importanza: i medici svolgono il loro servizio nell’assistenza sanitaria specifica ai malati e ai pellegrini, dando il loro apporto professionale nella diagnosi e cura della malattia, ma hanno la necessità di essere coadiuvati nell’utilizzo dei farmaci mettendo loro a disposizione un armadio farmaceutico completo e materiale medico efficiente. I farmacisti attuano quindi una rimarchevole attività preparando e organizzando i farmaci da utilizzare ed il materiale sanitario in genere, compresi presidi medico-chirurgici e apparecchiature mediche. Durante il soggiorno a Lourdes possono collaborare con i medici, affiancandoli nell’assistenza quotidiana e dando loro sicurezza nell’approvvigionamento dei medicinali. E’ quindi auspicabile che un numero sempre maggiore di farmacisti si avvicini all’allestimento dei pellegrinaggi e alla partecipazione attiva, poiché è fondamentale la loro presenza e il loro contributo professionale. Ho constatato personalmente che nell’organizzazione generale ogni operatore sanitario ha un suo ruolo ben preciso: la mancanza di un anello della catena può portare alla drastica riduzione dell’efficacia del servizio, con ripercussioni gravi sulla salute degli assistiti. Il lavoro splendido prestato dagli infermieri in questi giorni né è la prova autentica: facendo turni a volte molto duri, operando in silenzio senza mai prevaricare nelle competenze, hanno gestito tutti i malati, anche quelli più gravi, con una presenza caritativa insostituibile. Senza di loro molti infermi non avrebbero avuto una idonea e doverosa assistenza. Il Direttore del Bureau Médical invita tutti i farmacisti cattolici a recarsi almeno una volta a Lourdes, perché questa è anche la loro casa, un luogo dove Maria Immacolata chiama a sé i suoi figli per farli partecipi dei misteri e delle opere del Padre Celeste.
Il giorno seguente inizia come tutte le altre giornate con la S. Messa del personale alla Basilica del Rosario. Alle sei del mattino chi riesce ad alzarsi dal letto e chi deve iniziare il proprio turno di servizio, si ritrova per una celebrazione raccolta e semplice , un modo per offrire al Signore l’impegno del lavoro giornaliero.
La mattinata è poi caratterizzata dalla S. Messa Internazionale nella grande Basilica di San Pio X. Tutti coloro che sono presenti al Santuario, malati, pellegrini e personale, partecipano a questa celebrazione che riunisce persone di ogni provenienza e lingua. Il colpo d’occhio dei migliaia nella Basilica sotterranea lascia senza fiato: nel silenzio e nella compostezza ci si ricorda di essere i tralci di un’unica vite, così diversi, eppure così simili a Dio, che ci ha voluto proprio come siamo, con le nostre malattie, i nostri limiti, le nostre debolezze. Nessuno è qui per caso, ma ciascuno ha risposto ad un invito per stringersi attorno ad una Mamma che mai lo ha abbandonato. In questa liturgia eucaristica concelebrano tutti i sacerdoti presenti, i malati con le carrozzine sono posizionati attorno all’altare ed il programma segue delle regole ferree perché tutto si possa svolgere serenamente senza inconvenienti. La celebrazione è molto lunga e le persone sono provate dalla stanchezza e dal caldo: facilmente si verificano dei malori, ma la postazione di pronto intervento dell’UNITALSI si è dimostrata efficace e idonea alle emergenze. I nostri medici sono intervenuti per tre volte ad assistere dei malati che avevano perso i sensi, mostrando un’alta professionalità, specialmente nella rapidità delle decisioni. Anche i colleghi francesi che gestiscono il pronto soccorso del Santuario si sono complimentati con loro, constatando che l’esperienza del nostro gruppo andrebbe estesa a tutte le organizzazioni per garantire una maggiore sicurezza.
Nel pomeriggio sono previste la Processione e l’Adorazione Eucaristica, un appuntamento molto significativo per tutti i sanitari. Il gruppo dell’UNITALSI Triveneta è al completo perché presiede il Vescovo Ausiliare di Venezia. La processione ha inizio di fronte alla Grotta, al di là del Gave, e attraversando tutto l’Esplanade si giunge alla Basilica di San Pio X, dove si svolge l’Adorazione Eucaristica e la benedizione dei malati. Il lungo fiume di gente inizia con le carrozzine accompagnate dai barellieri e dalle sorelle, suddivise per associazioni di provenienza e precedute dai rispettivi vessilli. Sono i malati in questo momento le persone più importanti, vanno a loro le nostre attenzioni e per la loro salute dell’anima e del corpo preghiamo nell’adorazione del Santissimo. Seguono i sacerdoti, i prelati ed infine il nostro Vescovo che sorregge l’ostensorio. Subito dietro, in ordine e in atteggiamento di ossequioso rispetto, tutti gli operatori sanitari guidati dal Direttore del Bureau Médical. Poi i pellegrini chiudono la processione. Per un medico o un farmacista seguire l’Eucarestia fin dentro la Basilica e scortarla fino all’altare e poi nella benedizione, è un segno di fede profonda, un momento personale che diventa pubblico. Essere proprio lì dietro significa riconoscere la grandezza di Dio nell’Eucarestia ed ammettere i nostri limiti: solo con il suo aiuto le nostre opere possono sanare, salvare una vita, essere fonte di speranza. Come uomini e figli ci avviciniamo a Colui che può tutto, offrendo le nostre mani e chiedendo la grazia per chi accompagnamo, per chi portiamo nel cuore, per noi stessi. Lui solo è fonte di vita e noi siamo strumenti nelle Sue mani: quotidianamente è difficile comprendere la volontà del Signore e questo è spesso fonte di insicurezza, ma qui a Lourdes impariamo a mettere Dio Padre davanti alla nostra vita, al centro della nostra esistenza, per meglio affrontare i disagi e le paure, per svolgere con pienezza l’impegno professionale.
Alla sera partecipiamo lungo l’Esplanade al Rosario con la fiaccolata, il suggestivo flambeaux. Ognuno con una candela, unica fonte di luce e calore, prega seguendo l’immagine di Maria, fonte d’amore e di materno conforto. Sembra che nel buio dopo il tramonto anche il tempo si voglia fermare: lo scandire dei minuti è sostituito dalla recita dell’Ave Maria e dal passaggio dei grani tra le dita. E’ un momento di intimo colloquio, soprattutto un modo per ringraziare di essere qui presenti, felici e sereni, in comunione con chi ci sta accanto.
Al mattino seguente si svolge la S. Messa alla Grotta per i Pellegrinaggi Italiani, la tappa finale del cammino intrapreso. E’ la celebrazione più importante ed attesa per tutti i pellegrini, perché è fonte di intense emozioni. Dove più di centocinquanta anni fa la Madonna è apparsa ad una semplice fanciulla, si riuniscono migliaia di persone per seguire la liturgia e per pregare Maria Immacolata. Sono questi i minuti da vivere con maggiore intensità, i più intimi e personali. L’incontro con la Madre di Gesù ha il suo apice durante la Comunione: ricevere il Corpo di Cristo davanti a Lei è un segno di rispetto, il modo più bello per festeggiarla e dimostrarle il nostro affetto, l’amore sincero di figli.
Il giorno della partenza è arrivato. C’è il tempo per un ultimo saluto alla Padrona di Casa, un rapido passaggio alle piscine, e poi con il nostro bagaglio carico di ricordi e nostalgia riprendiamo il treno per Mestre. Nel viaggio di ritorno si ripercorrono tutti i momenti vissuti e si cerca di fare un bilancio per comprendere cosa di nuovo si riporta a casa. Di questi giorni un’immagine in particolare mi è rimasta nel cuore: un bimbo affetto da sindrome di Down chiama a gran voce la mamma nell’Esplanade della Basilica; la mamma qualche passo avanti si gira, apre le braccia e con un gran sorriso si china verso di lui che le corre incontro alzando le manine e continuando a chiamarla. Una scena di gioia, carica d’affetto e dolcezza. Ha un grande significato viverla in questo luogo, dove Maria ha scelto una bambina semplice per portare al mondo un suo messaggio d’amore materno. Cosa sarebbe stato di quella madre se avesse deciso di interrompere la gravidanza dopo aver saputo del possibile deficit del figlio? Sicuramente non è giunta fin qui per chiedere la grazia di una guarigione, ma forse più semplicemente per ringraziare del grande dono che ha avuto, dopo una decisione certamente sofferta e difficile. Qualunque vita è degna di essere vissuta, anche quella che sembra più straziante: proprio a Lourdes tra i malati più gravi, guardando i loro visi sereni nel dolore, i loro sorrisi di ringraziamento, si scopre il senso profondo del mistero della vita, quel filo divino che lega ciascuno al Cielo. Nessuno pensa alla morte, nessuno la desidera, ma tutti tendono la mano all’Uomo della Croce che ha fatto del dolore la via per giungere ad una vita nuova. Attraverso la preghiera a Maria Immacolata si apre il cuore alla grazia di colui che solo può essere acclamato Fons Vitae.
Al termine di questo articolo voglio ricordare i giovani studenti del Collegio Salesiano Astori di Mogliano Veneto, che hanno partecipato a questo pellegrinaggio tra il personale: come ex allievo ho rivissuto in loro le prime esperienze a Lourdes fatte quando ero anch’io studente di questo istituto.
Ringrazio Mons. Angelo Centenaro, sempre presente ogni anno, punto di riferimento spirituale e buon amico: mi ha esortato a continuare nell’impegno dell’UCFI, affiancando alle altre attività la collaborazione con l’UNITALSI nell’ambito dei pellegrinaggi a Lourdes.
Per concludere, ringrazio di cuore Sua Ecc. Mons. Beniamino Pizziol, disponibile all’ascolto e al dialogo, importante interlocutore per i farmacisti cattolici: si è dimostrato molto interessato alle idee e allo sviluppo dell’UCFI nella diocesi di Venezia, e auspicando una sempre maggiore collaborazione tra medici e farmacisti, si augura che possano presto nascere i frutti dell’impegno nell’ambito della Pastorale della Salute. L’obiettivo deve essere quello di rilanciare e sostenere l’opera dei professionisti cattolici della Sanità, rimanendo sempre aperti ad un confronto costruttivo con chi vuole essere protagonista. Non ci si può sottrarre alla responsabilità di dare testimonianza di fede in ogni ambiente professionale e di promuovere iniziative di dialogo su tematiche centrali alla vita dell’uomo.
Invito i miei colleghi a partecipare almeno una volta ad un pellegrinaggio a Lourdes, per vivere un’esperienza umana e professionale unica, un irripetibile viaggio di fede all’interno della propria anima. Non si possono descrivere le sensazioni e le emozioni provate, anche se ho cercato di farlo in questo articolo: l’unico modo per scoprirle è viverle in prima persona.
Dott. Giorgio Falcon

Sua Ecc. Mons. Beniamino Pizziol con Mons. Angelo Centenaro a sinistra e Dr. Giorgio Falcon a destra
Ho sperato in voi, Signore. Siate la mia casa di rifugio, perché siete la mia forza. Nelle vostre mani, Signore, io abbandono il mio spirito. Voi mi avete redenta, Signore, Dio di Verità. Io ero niente, e di questo niente Gesù ne ha fatto una grande cosa.
Dal “Quaderno di note intime” di Santa Bernadette
Bravo hai fatto un ottimo articolo! potresti fare anche il giornalista!.
Buone vacanze. Emilia
Io sono karin bertato ho moltissimo piacere rimettermi di nuovo in gruppo unitalsi si lo voglio io sono contenta di tornare di nuovo in treno bianco a Lourdes con i miei cari amici d’infanzia grazie che sono riuscita a rimettermi di nuovo in pellegrinaggio un bacio karin.